di Monica De Santis
L’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante oltre all’annunciato incremento del costo del gas, alla luce della crisi internazionale, rischiano di provocare conseguenze devastanti per il settore degli autotrasportatori e della pesca, ma anche dei singoli consumatori. Da giorni gli automobilisti stanno riscontrando, loro malgrado il continuo aumento dei prezzi della benzina e del diesel. E proprio su quest’ultimo c’è un rischio ancora più pericoloso dell’aumento dei prezzi, ovvero l’esaurimento delle scorte. A spiegare il momento che stiamo vivendo l’avvocato Giovanni Marone, titolare della rete di distributori Benny Oil a Salerno… “C’è un contingentamento del prodotto, questo è vero. Ma non credo che si possa correre il rischio che possa finire. Perchè almeno per il momento, il premier Draghi, per quanto concerne il metano, ci ha rassicurato facendoci sapere che ci sono scorte in Italia bastevoli per circa tre o quattro mesi. Quindi fino all’estate, periodo in cui la richiesta di metano va a scemare del 70% circa. Relativamente invece, a benzina, gasolio e gpl, che viaggiano più o meno sullo stesso piano, non dovrebbe esserci questo problema, è una mera speculazione, perchè noi di questi prodotti ce ne approvvigioniamo dai Paesi Arabi, che tutto hanno, tranne che problemi di fornitura”. Sull’aumento del carburante Marone spiega quello che attualmente si sta verificando in Italia… “Le compagnie petrolifere che fino ad oggi volevano vendere carburante, ora dettano loro legge e dicono a chi si e a chi no e a quelli che dicono si lo fanno al prezzo che dicono loro e aumentano i loro margini. A dir loro, nonostante stiano aumentando a dismisura i loro margini, dicono che ci stanno perdendo. Perché dicono che mentre noi distributori di benzina siamo legati ad un prezzo giornaliero, una quotazione chiamata Platts, loro invece sono legati ad una media mensile del prodotto. Cioè loro devono rispondere a quel prezzo medio. Quindi dato che ogni giorno sale nell’ordine delle vecchie 150 lire, loro dicono che in questo momento con tutti i rincari che ci stanno mettendo su loro continuano a perdere. Quindi l’assurdo è che loro dicono che non hanno interesse a vendere, hanno più piacere che i clienti, quindi noi distributori di benzina, diciamo di non volere il carburante perchè loro vendendolo vanno in perdita. Quindi se lo vogliamo comprare lo dobbiamo prenderlo con una marginalità più alta. E alla fine tutto questo cosa comporta? Che il prezzo finale per il consumatore si alza di molto”. L’avvocato Marone, dunque, sintetizza la problematica che si sta vivendo in merito all’aumento del prezzo del carburante spiegando che… “Durante ogni conflitto che riguarda il mondo civilizzato c’è una rincorsa ai beni rifugio. Ora il petrolio interagisce alla stessa maniera dell’oro, perché è un bene rifugio, perché tutti quanti investono nel petrolio. Dunque le borse fanno schizzare alle stelle beni rifugio come il petrolio e l’oro, che poi creano questi effetti a catena che comportano l’aumento dei prezzi al consumatore”. Sulla disparità di prezzi tra i vari distributori di carburanti… “Il prezzo del carburante sta aumentando giorno per giorno. Cosa succede, se come stazione ho caricato il carburante una settimana fa oggi lo posso vendere ad un prezzo inferiore a quello che invece ha caricato oggi e che dunque l’ha pagato ad un prezzo di molto superiore. Ecco perché ci si trova con distributori che vendono ad un prezzo ed altri ad un altro”.